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In questi giorni sulla stampa cittadina si è molto discusso della condizione finanziaria del Comune di Napoli.
All’improvviso Sindaco in testa, seguito dai partiti che fino a ieri volevano il dissesto a tutti costi, passando per i giornali cittadini hanno scoperto l’acqua calda.

Il Comune di Napoli con la procedura di predissento (2013), rispettando tutte le regole imposte dal Ministero delle Finanze e dai vari Ministri che vi sono succeduti (alcuni in particolare partecipati anche dall’attuale Assessore al Bilancio in qualità di sottosegretario), non è riuscito a uscire dall’enorme indebitamento prodotto negli anni pre Luigi de Magistris.

Mentre Gaetano Manfredi trasformava i suoi comunicati nei copia e incolla dei comunicati del sindaco precedente, venendo meno a tutte le favole ascoltate in campagna elettorale.
Da Roma sono arrivate le risposte, quelle vere.

Solo qualche giorno fa è stato presentato il DDL Concorrenza, voi penserete cosa c’entra la concorrenza con gli enti locali?
Ci sono privilegi storici che dovrebbero essere affrontati da più anni, come le concessioni degli stabilimenti balneari, che ogni anno rappresentano milioni e milioni di euro di mancate entrate per le casse dello Stato.

Invece no. I proprietari dei lidi possono stare tranquilli per altri anni, se avete un pò di pazienza per leggerlo troverete all’articolo 6 “Servizi pubblici locali e trasporti” 
Non solo lo Stato ancora una volta depotenzia la funzione degli enti locali, “togliendone anche il ruolo di garanzia dei diritti svolto storicamente dai servizi pubblici locali, il ddl Concorrenza (par. a) pone la gestione dei servizi pubblici locali come competenza esclusiva dello Stato da esercitare nel rispetto della tutela della concorrenza. E ne separa (par. b) le funzioni di gestione da quelle di controllo.” come segnalato in un ottimo articolo sul Il Manifesto di qualche giorno fa. 

Dopo 30 anni di privatizzazioni fallite e risultati pessimi nella gestione dei servizi pubblici al cittadino, il “governo dei migliori” non riesce a fare di meglio che vendere tutto ai migliori offerenti.

Il DDL quasi impone la vendita, i comuni che non metteranno sul mercato i servizi pubblici, dovranno più volte giustificare la propria scelta dimostrando la mancanza di perdite. Quando sarebbe normale il contrario, cioè che i privati giustificassero la qualità e la copertura del servizio offerto, non solo in termini di costi.
Siamo di fronte alla follia, equiparare i servizi pubblici ad un qualsiasi bene di consumo.

Purtroppo era chiaro che Asia, Abc e Anm sarebbero diventate la cassaforte da cui attingere per risollevare i conti del Comune.
Solo Asia ha un contratto di gestione che vale circa 18 miliardi di euro, l’occasione è ghiotta per i vecchi lupi che da dieci anni aspettano il momento di mettere di nuovo la mani sulla città.

Non me ne voglia Manfredi ma un cambio di passo, all’interno di quelle forze di governo, era impossibile e non ci voleva la zingara per indovinare.

Le mancate relazioni nazionali di De Magistris sono state lo specchietto per le allodole:
1- perchè l’ex sindaco ha più volte strappato risorse e vinto battaglie, soprattutto nelle interlocuzioni nazionali.
2- perchè lo strangolamento dei comuni meridionali non è cominciato con De Magistris, altri comuni più “legati” ai partiti nazionali non hanno avuto migliore sorte.
Due esempi su tutti: Palermo e Catania.
Basterebbe però farsi un giro nelle enorme provincia di Napoli per capire che non si tratta di “capacità di relazione” ma di scelte politiche precise.

Chi conosce la politica sa bene che il grande Partito Unico del Nord non accetterà mai di dare a Napoli 1 miliardo di euro per farla rialzare, il secondo dopo ci sarebbe la sollevazione dei Comuni del centro-nord ancora non sazi del federalismo fiscale e dell’attribuzione della spesa pubblica attraverso i costi standard.


Si sa i voti del Nord sono il doppio rispetto a quelli delle regioni meridionali e al governo dei migliori si fa presto a sostituire la RealPolitik delle segreterie di partito, meglio se aiutate anche dagli amici di Confindustria ad addivenire a più miti consigli.

Quindi si aprà l’asta e avanti con le offerte…